Nel tranquillo disordine quotidiano Vizzini inizia, in sordina, a essere decostruito. Sull’esempio iconoclasta del lontano oriente il monumento ai caduti di tutte le guerre con relativi nomi dei caduti è stato spostato dal luogo dove da un cinquantennio era ubicato ed è stato quasi un dovere passando rivolgere un saluto ai nostri nonni o ai nostri padri, prima di imboccare il viale Margherita. Quel viale che inizia a essere messo sottosopra per attuare un non definito progetto di pavimentazione uniforme in tutto il paese. Saranno penalizzati dalla chiusura della via bar, pubs, piccoli esercizi commerciali quasi tutti nella zona che dovranno, a loro spese, rimuovere gli ostacoli ai lavori, in ottemperanza ai dettami presentati loro brevi manu: A quanto pare la strada “s’ha da fare” e non è ammessa nessuna replica come nell’incontro tra i bravi e don Abbondio’, o qualcuno se ne pentirà. Non si è costituito un movimento di disobbedienti “no street” e quindi obbedire e pagare.
Gregorio Busacca