E’ la spontaneità la carta vincente dell’attore scordiense Domenico Centamore che, nella fiction Makari della quale ieri sera è andata in onda, su rai uno, l’ultimo episodio, ha interpretato Peppe Piccionello. Personaggio dalle mille sfaccettature e molto apprezzato dal grande pubblico. Noi abbiamo intervistato Domenico Centamore che, con la sua solita semplicità e simpatia, ha confermato le sue doti di grande naturalezza e genuinità.
Come nasce l’esperienza di Makari?
“L’esperienza di Makari nasce nel dicembre 2019 quando mi chiamarono per questo ruolo e da lì è partito tutto. Ho iniziato a documentarmi, a leggere i romanzi di Savatteri che subito mi ha fatto innamorare del personaggio che avrei dovuto interpretare. Poi i provini e così è partito per me l’iter comune a noi attori quando ci apprestiamo a metterci nei panni di un personaggio, fino all’ultimo provino dopo il quale sono stato scelto per essere Piccionello.
Quanto c’è di Domenico in Peppe Piccionello?
“Secondo me Peppe Piccionello è Domenico Centamore e Domenico Centamore è Peppe Piccionello. Ormai me lo sono tatuato addosso questo personaggio perché io ho tanto di lui. Il valore dell’amicizia, il senso paterno che ho nei confronti di Saverio Lamanna, io essendo padre l’ho messo tutto a disposizione di questo personaggio e poi mi piace questo spirito libero che fa continuare Piccionello per la sua strada nonostante rimanga legato alle tradizioni ma contraddistinto da uno spirito svincolato dai preconcetti, infatti va in giro con magliette particolati, pantaloncini, infradito e questo è anche un bel messaggio, essere sé stessi, perché essere liberi in Sicilia è una già vittoria”.
Arancino, bottiglie di salsa fatte in casa, Piccionello è uno che non dimentica le origini. Quanto pensi che i telespettatori si siano affezionati a Peppe?
“I lettori di Savatteri, che conoscevano già i protagonisti del racconto, erano affezionatissimi a Peppe. Con la serie televisiva anche i telespettatori hanno amato Piccionello e questo mi fa piacere perché significa che ho saputo dargli un’anima. Fino ad ora Piccionello era solo un personaggio immaginario nella testa dei lettori, invece adesso ha un volto, un fisico, una voce e l’aver saputo donargli una personalità, pur non discostandomi dal personaggio dei racconti di Savatteri, è uno dei complimenti che mi ha fatto più piacere ricevere”.
Hai fatto impazzire tutti con la tua spontaneità, sei consapevole che tutti ti amano?
“Onestamente non ho ancora realizzato di essere così amato, non ne sono ancora consapevole ma diciamo che sono stato promosso e che ho superato un’altra delle mie sfide nel percorso cinematografico che sto facendo. Sento tanto affetto intorno a me e intorno al personaggio e credo che sia merito della naturalezza e spontaneità che metto in tutti i miei personaggi”.
E’ un filo conduttore importante la lealtà di amico che tutto sembrava fuorché recitata. C’è verità nei tuoi sguardi, c’è Domenico, c’è senso di protezione, gentilezza nascosta nella fedeltà di un vero amico. Questa amicizia con Claudio è solo finzione oppure è realtà?
“Si hai detto bene! c’è tanta verità nei miei sguardi nel mio modo di approcciarmi a Saverio Lamanna che poi è Claudio Gioè, meraviglioso attore, professionista numero uno! Si, c’è tanta amicizia tra me e Claudio. Ci siamo conosciuti nel lontano 1999, quando abbiamo recitato ne “I cento passi”, sette anni più tardi ne “Il capo dei capi” e poi in “La mafia uccide solo d’estate”. Ma in tutti questi anni abbiamo continuato ad avere una meravigliosa amicizia e questo traspare in Makari dove siamo riusciti a formare una coppia straordinaria di vera amicizia tra due colleghi, tra due amici, tra Saverio Lamanna e Peppe Piccionello e ne sono felicissimo. Dico sempre che Claudio, in questi quattro mesi, mi ha supportato e sopportato e dopo questo lavoro la nostra amicizia si è rafforzata. Davvero una bellissima esperienza.
Che Sicilia racconta Makari?
“Makari riesce a dare un’immagine più contemporanea della nostra Sicilia, togliendo i vecchi stereotipi e luoghi comuni dei quali sembra quasi voglia liberarsi. Mostra una Sicilia moderna, nuova e non la solita Sicilia cca vicchiaredda ca camina cco fazzulettu ttaccatu. Inoltre parliamo molto in italiano così com’è la realtà perché ormai in Sicilia si parla in italiano, tutta la nuova generazione non si esprime in dialetto, sebbene non ne perda l’identità. C’è un passo avanti della nostra isola che non è più quella dei soliti clichè. C’è la realtà della donna emancipata che lavora e che ha una mentalità aperta, come Suleima interpretata dalla bravissima Ester Pantano, la tecnologia dei dispositivi utilizzati da Saverio. E poi la leggerezza dei racconti, i panorami e le ambientazioni, tutto restituisce un’immagine bella della Sicilia”.
Piccionello è entrato nel cuore dei telespettatori e a tutti dispiace che la serie sia terminata. Ci sarà un seguito?
“Anche io ho amato e amerò sempre questo personaggio. Se ci sarà un seguito non lo so, non c’è nulla di ufficiale, ma lo spero perché io, Claudio ed Ester possiamo dare tanto a questa storia insieme a Gaetano Savatteri e a Michele Soavi, che è il regista, e alla Palomar che è la produzione. Quindi speriamo che ci sia e sarà bello vedere gli altri episodi delle avventure di Saverio Lamanna e Peppe Piccionello”.
Tania Catalano