martedì, Ottobre 22, 2024
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Vizzini: scavi archeologici nel territorio, scoperta villa di epoca romana

Mercoledì 16 ottobre scorso presso l’aula consiliare del Comune di Vizzini si è svolta una conferenza durante la quale sono stati comunicati alla cittadinanza i risultati di recenti scavi archeologici in territorio di Vizzini (nella foto di Johann Bergemann). Scavi ancora in corso d’opera, ma che hanno già restituito importanti evidenze circa un sistema abitativo di epoca romana. Questi scavi nascono da un’importante collaborazione tecnico-scientifica tra il Comune di Vizzini, l’università Georg-August di Gottinga, in Germania, e la Soprintendenza dei BB.CC.AA. di Catania ratificata il 16 novembre 2021 nella Convenzione di Gottinga, che dà avvio ad una campagna di scavo da compiersi negli anni 2021/2026, al fine della scoperta, tutela e valorizzazione di resti e reperti archeologici rinvenuti in territorio vizzinese. Il convegno ha preso avvio dalle parole di Ludovica Fraschilla che, in veste di Presidente della sede locale di Sicilia Antica, ha presentato i relatori e ne ha moderato gli interventi. Dopo alcuni interventi di rito, la parola è passata dapprima alla dottoressa Michela Ursino, archeologa, nonché responsabile scientifico nominato dalla Soprintendenza nell’ambito di questo progetto, la quale ha ricordato quelle che sono le difficoltà delle campagne di scavo sistematiche, causa la mancanza di finanziamenti adeguati, e la totale assenza, negli anni, di tali campagne di scavo in un territorio, come quello di Vizzini, dalle grandi potenzialità, tra l’altro note sin dai tempi dei fratelli Cafici e di Paolo Orsi, siamo alla fine del 1800. Il professore Johannes Bergemann dell’università di Gottinga, archeologo e responsabile dello scavo, è passato a illustrare dettagliatamente (con l’aiuto delle immagini degli scavi e dei ritrovamenti) tutto l’iter che li ha portati in Sicilia (dove lui e la sua équipe sono presenti da circa 20 anni) e a Vizzini nel 2021, quando tutto è cominciato con delle “lunghe camminate” ,come le ha definite, durante le quali hanno avuto modo di individuare siti già conosciuti ma mai scavati e siti in parte scavati. Le evidenze archeologiche coprono un arco temporale che va dall’età del bronzo (2300/2000 a.C.) al Medioevo, ma quelle più interessanti risalgono al periodo romano. Ed è tra queste ultime che si colloca la scoperta affascinante di un sistema abitativo comprendente diversi edifici di varie dimensioni (che potrebbe estendersi su un territorio di più di 9 ettari) sito in località Santa Margherita, proprio alle pendici dell’agglomerato urbano odierno. Oggetto dello scavo di quest’estate è stata una Villa romana databile al II/III sec. d.C. della quale sono stati individuati diversi ambienti, per una superficie complessiva di circa 400 m². Le dimensioni, nonché il ritrovamento di frammenti di ceramiche di lusso, di frammenti di vasche e colonne insieme al rinvenimento di un frammento di pavimento a mosaico fanno ipotizzare si trattasse di un insediamento caratterizzato da un’alta cultura abitativa, in altre parole qui vivevano persone benestanti appartenenti a un ceto sociale elevato. Il professor Bergemann ha sottolineato l’esistenza di similitudini tra i resti di ceramiche trovate in questo sito ed elementi delle costruzioni presenti a Pompei. L’ultima parte del convegno ha visto l’intervento della dottoressa Rebecca Klung, anche lei dell’università di Gottinga e in ultimo del dott. Giuseppe Moschella, della R.E.S.CO. Engineering s.r.l., che hanno illustrato gli aspetti più all’avanguardia della ricerca archeologica: rispettivamente le ricerche  geofisiche e le indagini non invasive che si avvalgono di una strumentazione che consente di effettuare scavi archeologici senza scavare, nel senso che attraverso i georadar, le immagini aeree con infrarossi e tecniche simili, è possibile oggi individuare strutture e resti sepolti e magari ricoperti da vegetazione e stilare delle mappe precise e dettagliate che trovano poi conferma negli scavi effettivi. Concludo con lo stesso auspicio espresso dal prof. Bergemann, che queste ricerche e la collaborazione che ci sta dietro tra istituzioni pubbliche, studiosi e associazioni culturali possano continuare anche nei prossimi anni, al fine di alimentare la conoscenza di un passato che ci riguarda più di quanto possiamo immaginare e che potrebbe entrare a far parte, se custodito nel modo migliore, anche del futuro del nostro territorio.

Daiana Melfi

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