Mentre in TV e sui social scorrono le numerose immagini di fiumi e laghi ormai aridi ci si ostina a considerare questa questione come una imprevista emergenza, facendo finta di non vedere quanto sia ormai diventata la “normalità”, con cui è sempre più urgente agire in maniera strutturale. Un esempio drammatico di questa incapacità di comprendere la dimensione del problema è quanto sta accadendo al lago di Pergusa che, come ampiamente previsto, da mesi affronta una gravissima condizione di siccità. Le immagini diffuse in questi giorni fotografano un quadro drammatico. I Comuni a vocazione agricola cominciano a rilevare danni ingenti per le colture e per gli animali, mentre altri Comuni stanno assegnando le turnazioni per erogazione di acqua nelle abitazioni. Non c’è dubbio che l’aggravarsi di questi fenomeni è strettamente connesso alla crisi climatica, dove anno dopo anno si assiste ad una progressiva desertificazione dovuta in parte molto significativa all’aumento delle temperature e alla scarsa frequenza delle piogge, ma anche a decenni di mala gestione e assenza di strategie efficaci. Oggi la situazione richiede un immediato cambio di passo che sappia realizzare interventi strutturali, dall’efficienza delle reti idriche alla migliore gestione delle dighe. Un tema, quest’ultimo, che non può restare solo nella dialettica politica ma che si trasformi in un lavoro serio. Appare del tutto insufficiente, in tal senso, l’azione del Governo Nazionale e Regionale.
Maurizio Bonincontro
