“Il fatto non costituisce reato”. Con questa motivazione i giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello di Catania hanno “assolto con formula piena” l’ingegnere Giovanni Alparone (che aveva rinunciato alla prescrizione e chiedeva di essere giudicato), ex dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale di Caltagirone dalle accuse, che in primo grado (il 27 febbraio del 2018) era stato condannato dal Tribunale di Caltagirone a 2 anni per il reato di “falso ideologico aggravato ” e al risarcimento del danno a favore del Comune di Caltagirone per la vicenda relativa al project financing per l’ampliamento del cimitero di Caltagirone e la realizzazione di quello novo a Granieri. La sentenza ha disposto di non doversi procedere per prescrizione per i reati di turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio. Soddisfazione anche del legale che lo ha difeso, l’Avvocato Luca Cultrera e dei figli Massimo e Francesco che in in post sui social hanno evidenziato come ci siano voluti “16 anni di rispettoso silenzio, di fango da parte di qualcuno, e in cui la vita ti ha portato via le persone piĂą care che erano sicure di come sarebbe finita”. “Nessuno potrĂ restituirti il dolore che hai provato – si legge nel post – . Ti hanno chiamato il “Domus degli appalti”, l’umiliazione di sentire da parte di qualche pseudo giornalista, nemmeno degno di pulirti le scarpe, pronunciare il tuo nome con disprezzo. Anche se per te dispiaceva solo per i tuoi figli ma noi siamo stati Sempre orgogliosi di te e sicuri del risultato. Ringraziamo di cuore l’amico avvocato Luca Cultrera protagonista del grande risultato insieme all’Avv. Gino Ioppolo e all’Avv. Paola Cosentino protagonisti delle fasi iniziali. Solo grazie al loro lavoro ci siamo sempre sentiti sicuri di arrivare a questo risultato”.