Creare coscienza e creare conoscenza tra i cittadini di un Europa a volte lontana, a volte un po’ meno è una necessità mai sopita nelle istituzioni. Se si vuol far crescere la Sicilia, attraverso iniziative comunitarie, ci sono molti modi per farlo. Se si vuol restare in Sicilia per coltivare un sogno di realizzazione nella terra dei propri padri, il modo per sognarlo c’è, per raggiungerlo pure, però, serve una ricetta fatta di sacrificio, abdicazione, coraggio, capacità di sintesi e preparazione. Ne è testimonianza la costante informazione che arriva dalla Regione Siciliana.
Mentre rimane costante l’impegno dell’UE nell’assegnare risorse finanziarie importanti per garantire alla Sicilia la possibilità di recuperare terreno rispetto ad altre regioni di Europa (non solo Lombardia e Trentino Alto Adige come si evince dal grafico) i dati statistici pubblicati, periodicamente da ISTAT ed EUROSTAT, inchiodano la Sicilia ad un immobilismo cronico che non permette di dare avvio a processi di innovazione in vari settori economici, culturali e sociali.
Potenzialità di crescita e tradizioni siciliane: un tesoro da valorizzare
Eppure non mancano le potenzialità di crescita: storia, tradizioni, riconoscimenti UNESCO, vini pregiati, cibi unici, dolci speciali.
Per esempio, il territorio del calatino può esprimere delle attrattività legate alla sua storia, alla sua cultura, alle sue tradizioni, alla sua centralità geografica nella Sicilia sud-orientale e alla sua ruralità che possono costituire dei punti di forza e di sviluppo. La dimensione ridotta delle sue imprese può diventare un valore aggiunto nei mercati di nicchia dove si punta più alla qualità, alla provenienza, alle modalità di produzione biologiche, alla genuinità del prodotto e alla certificazione con i vari marchi di qualità (DOP, IGP, BIO). Di queste produzioni il Calatino è ben ricco annoverando tra esse l’uva di Licodia Eubea, il fico d’india di San Cono, l’eccellenza della coltivazione dell’asparago a Mirabella e San Michele, l‘allevamento e la produzione di prodotti caseari a Licodia e Vizzini, le diverse specialità botaniche del Bosco di Santo Pietro, le sementi antiche recuperate dall’Istituto di Agraria di Caltagirone.[1]
Iniziative Regionali per l’Innovazione: Il Caso del Dipartimento delle Attività Produttive della Sicilia
Nel 2021, il Dipartimento delle Attività Produttive della Regione Siciliana, ha avviato una serie di chiamate a progetto rivolte al territorio, mettendo a disposizione oltre 6,5 milioni di euro per avviare iniziative che rispondessero ad un preciso obiettivo europeo: Sostegno alla generazione di soluzioni innovative a specifici problemi di rilevanza sociale, anche attraverso l’utilizzo di ambienti di innovazione come i Living Labs ” (Asse 1 “Ricerca e innovazione” del PO FESR Sicilia 2014/2020).
Il CLLD KALAT, venne identificato per cercare di rispondere alle esigenze locali del territorio del calatino. Responsabile dell’applicazione sul territorio è stato il GAL KALAT, Gruppo di azione Locale nato nel 2009 da una partnership strategica tra istituzioni, mondo economico e dell’associazionismo, cosi come gli altri GAL nati in tutta la Sicilia.
Scopo dei CLLD è quello di coinvolgere i cittadini a livello locale nello sviluppo di risposte alle sfide sociali, ambientali ed economiche, così come previsto dalla Strategia di sviluppo locale per contribuire alla realizzazione degli obiettivi individuati dall’Unione Europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
La Visione del GAL KALAT: Laboratori Viventi per l’Innovazione Comunitaria
Il GAL è il “braccio operativo” della Strategia dell’Unione Europea nei territori locali, diventando anello di snodo tra le “macro” iniziative attivate dalla Regione Siciliana in tutto il territorio regionale e
le “micro” necessità che vengono definite su territori circostanziati e che punta a rafforzare il sostegno al mondo economico ed imprenditoriale.
Viene così finanziato nel 2023, con in 200.000 euro messi a disposizione dalla Regione Siciliana con i CLLD, il progetto presentato “Living Lab Kalat Hub” che vede la partecipazione oltre alla struttura del GAL stesso anche il Comune di Palagonia, il LUMSA Digital HUB e la Factory Accademia, società di Palermo in qualità di acceleratori di start-up e individuati come partners dal Gal Kalat per rendere pienamente operativo il progetto sia dal punto di vista della location (ex biblioteca di Palagonia) sia dall’esperienza e dalla capacità di creare valore aggiunto come quella garantita da chi scova talenti e li fa crescere nel mercato globale delle tecnologie.
Dal Laboratorio alla Comunità: Il Living Lab come Hub di Innovazione
Il progetto si suddivide in due fasi, nella prima si procederà a mappare e analizzare i fabbisogni dei cittadini e delle imprese del territorio calatino. Individuare gli specifici problemi e le esigenze sociali che limitano o impediscono la fruizione di beni e servizi collettivi (accesso a internet, infrastrutturale digitali, ma anche trasporti, centri di sviluppo, laboratori di innovazione), e che richiedano lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche. Nella seconda fase si prevede l’analisi e la condivisione dei fabbisogni afferenti alle diverse Aree di Innovazione individuate dall’Unione Europea per migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche in merito alla ricerca di nuove opportunità e dunque all’innovazione.
La responsabile del progetto per il GAL KALAT, la dottoressa Eliana Giaquinta chiarisce meglio gli obiettivi del progetto: “Un living lab è un laboratorio che mette al centro della propria attività l’utente, il quale è coinvolto nella creazione di nuove idee. Questa nuova forma di laboratorio presenta una duplice faccia caratterizzandosi come strumento per l’acquisizione di informazioni da parte dell’utente e, allo stesso tempo, come “nuovo modello di condivisione delle esperienze”.
In questa ottica il progetto “Kalat hub”, si pone come un’opportunità per il territorio del Calatino. Usufruendo di nuove tecnologie che rendono maggiormente fruibili le risorse territoriali, il cittadino e il turista sono coinvolti attivamente.
Il nostro Living Lab non è solo un laboratorio, ma ambisce a diventare una comunità vivente di innovatori e creatori che si sforzano di rimodellare il territorio attraverso le idee. In questo hub, una volta partito, creiamo e sviluppiamo idee innovative, anche prendendo spunto da iniziative vincenti applicate in altri contesti simili e collaboriamo per portarli avanti con l’ambizione di spostare i confini del possibile. Diffonderemo, nelle aree produttive del Calatino, l’innovazione incontrando innanzitutto le aziende del territorio e le comunità locali partendo dalle necessità, i desideri, le esigenze e gli interessi nonché le sfide del territorio per riuscire a competere su vari livelli ed accompagnarle verso l’adozione di logiche e modelli per una gestione consapevole e innovativa al tempo stesso. Da questo punto, grazie anche al supporto dei partner di progetto stimoleremo il pensiero critico delle imprese verso l’innovazione e l’integrazione della ricerca costante nella definizione della strategia di sviluppo economico, sociale e ambientale del territorio del calatino, in particolare nei settori dell’agricoltura e del turismo utilizzando gli strumenti di “innovation management”, “intelligenza artificiale”, valorizzazione dei dati e delle nuove tecnologie. Ci rivolgiamo ai diversi portatori di interesse: pubblica amministrazione, cittadini, attività economiche, mondo accademico e istituti di ricerca, aziende tecnologiche, turisti.”
Verranno avviate una serie di attività operative che saranno direttamente realizzate presso l’ex biblioteca di Palagonia e che serviranno per raggiungere gli obiettivi prefissati:
“Occorre individuare i “needs” (i bisogni principali) e sviluppare la road map dell’innovazione e del cambiamento” spiega il Dottor Alessandro Arnetta, CEO di FACTORY ACCADEMIA, partner di progetto presentando l’hackaton (due giorni di scambi di opinione tra imprese e nuove startup che produrranno una sintesi di bisogni e opportunità) che a breve verrà avviato: “Ecco le azioni che intraprenderemo: stiamo mappando le aziende presenti sul territorio, che in qualche modo potrebbero valutare le proposte delle startup. Queste startup dovranno esporre le loro esigenze e partecipare attivamente in questa due giorni a spiegare i vantaggi delle loro innovazioni, siano esse di prodotto che di processo. Le necessità, questa volta, non emergeranno soltanto dai giovani, ma anche dalle aziende stesse che vivono il territorio. In un’altra ala della biblioteca, verranno strutturati i tavoli di lavoro dedicati alle startup. Dunque metteremo le aziende, grazie alla tecnologia offerta dalle startup, in grado di conoscere i metodi migliori per migliorare i loro processi produttivi. Per esempio, se una startup produce confetture, ha bisogno di un’azienda con processi adeguati per aiutarla a vendere tali prodotti. Pertanto, tutto fa parte di un quadro più ampio. Miriamo a stabilire una collaborazione più sinergica a livello municipale, o meglio, a livello di circondario.”
Prospettive Future: Attività Operative e Training per Stimolare il Cambiamento
Cosa succederà dopo: verranno realizzate azioni di training organizzando corsi e workshop che attraverso metodologie innovative e agili permettono di sviluppare nuove competenze e soft skills [2] per le aziende del territorio, il tutto vedrà la condivisione di tali esperienze con ecosistemi di startup e università, centri di ricerca nazionali e internazionali;
verrà lanciata una challenge tematica per raccogliere soluzioni innovative e funzionali proposte dalle startup in risposta a temi e sfide lanciate dal GAL kalat e dagli attori coinvolti (Comune di Palagonia, Lumsa Università, Factory Academy); si procederà alla raccolta di progetti, idee e soluzioni proposte sia direttamente al GAL che da realtà esterne al fine di rispondere alle esigenze emerse in maniera specifica;
Il progetto è veramente ambizioso, l’Unione Europea è riuscita ad arrivare al cuore delle aziende del calatino, che risponderanno con grande entusiasmo e tante aspettative. Purtroppo le premesse non sembrano raccontare questa storia. Tutt’altro, enormi le difficoltà a coinvolgere i comuni, le imprese, i portatori d’interesse. Sembra non essere interessante un processo di crescita “gratuito” che sia in grado di mettere in pari il calatino col resto della Sicilia, del Paese, dell’Europa.
Non è ancora chiaro se nei prossimi mesi si riuscirà a superare questa timida accoglienza del progetto, ma sia la dott.sa Giaquinta che il dott. Arnetta promettono di non mollare un centimetro e di riuscire a conquistare, passo dopo passo, la meta che porterà aria di innovazione e di sviluppo, sperando che anche le ultime “irriducibili partite iva calatine” e gli ultimi “prestati alle istituzioni per vocazione” riescano nell’impresa! Non vorremmo continuare a raccontare che in Sicilia l’Europa non si sente!
[1] https://www.agenziacoesione.gov.it/wp-content/uploads/2020/12/Sicilia-Strategia-Calatino-aprile-2020.pdf
[2]Si tratta delle capacità relazionali e comportamentali, che caratterizzano il modo in cui ci si pone nel contesto lavorativo. Si chiamano “soft” per distinguerle dalle “hard skill”, le competenze prettamente tecniche e professionali.