Quando nel 2031 terminerà il blocco decennale delle assunzioni che il Governo Musumeci ha sottoscritto con lo Stato, la Regione Siciliana sarà praticamente priva di dirigenti e personale che possano mandare avanti l’attività amministrativa. Una crisi preannunciata che sarà gravissima e forse irreversibile già nel 2027, al termine della prossima legislatura regionale: a dicembre di quell’anno saranno infatti andati in pensione almeno il 52% dei dirigenti (420 pensionamenti su 807 dirigenti) e circa il 20% dei dipendenti “ordinari” del comparto (2.118 su un totale di 10.800). E’ quanto evidenzia il deputato regionale Marianna Caronia (nella foto), che ha condotto uno studio sulla situazione della burocrazia regionale, “porterà di fatto al totale blocco delle attività, all’impossibilità non solo di sfruttare le opportunità del PNRR e della programmazione comunitaria, ma renderà impossibile perfino l’ordinaria amministrazione, per la carenza di personale istruttore e di dirigenti abilitati alla firma delle pratiche.” I numeri dello studio condotto dalla Caronia sono impietosi e mostrano come si stia andando incontro ad un sostanziale svuotamento degli uffici regionali. Nello stesso periodo del blocco delle assunzioni, previsto fino a dicembre del 2031, il totale dei dipendenti che andrà in pensione sarà di ben 700 dirigenti (oltre l’85% del totale) e 6.190 fra funzionari, istruttori e altri lavoratori con qualifiche minori (quasi il 60% del totale).