Dovrebbe ricadere in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre l’election-day per le elezioni amministrative. Le preoccupazioni riguardano non solo i rischi epidemiologici derivanti dalla chiamata alle urne, nel momento in cui la curva del contagio è in risalita, ma anche i possibili assembramenti nei comizi politici che si terrebbero prima del voto.
L’idea è stata già concepita dal governo centrale, che disporrà, con un decreto legge, il rinvio di tutte le elezioni amministrative. La lista riguarda le regionali in Calabria dell’11 aprile, le suppletive a Siena e le amministrative che si terranno in circa 1.200 Comuni italiani, tra i quali alcune metropoli, come Roma, Milano, Napoli e Torino.
Il decreto legge ancora non è arrivato a Palazzo Chigi – si apprende da fonti dell’esecutivo – ma al Viminale l’istruttoria per decretare il rinvio è stata conclusa: manca solo un decreto legge e quindi un Consiglio dei ministri. Per procedere in questa direzione – si spiega in ambienti ministeriali – servirebbe l’informale via libera dei segretari dei partiti politici.
Le posizioni politiche però non sono tutte uguali: un eventuale rinvio non sarebbe gradito, infatti, a quelle forze che, in questo momento, sono ben posizionate nei sondaggi. A pesare sulla decisione del governo c’è anche la ricaduta che le elezioni avrebbero sulla scuola, che vedrebbe rallentato ulteriormente il calendario organizzativo a causa dell’allestimento dei seggi elettorali.